31 ottobre 2002: terremoto del Molise una ferita mai del tutto chiusa

La forte scossa di quel giorno è un evento che è rimasto indelebile tra le genti del Molise, una ferita che, in sostanza, non è mai stata del tutto chiusa

(La Voce del Sannio – di Marco Baroni, giornalista) – I freddi dati inerenti a quel tragico giorno del 31 ottobre del 2002, riportano che alle ore 11:32 venne ad essere registrata una scossa di magnitudo 6.0 e che vi furono trenta morti, cento feriti e tremila sfollati. Una scossa che durò sessanta secondi e che, oltre in Molise, venne chiaramente avvertita anche in Abruzzo, Marche, così come a Taranto, a Salerno, a Potenza, a Brindisi, a Matera, a Benevento, a Bari, a Pescara, a Napoli e a Roma.

Terremoto, molise

La forte scossa delle ore 11:32 di giovedì 31 ottobre 2002, è un evento che è rimasto indelebile tra le genti del Molise, una ferita che, in sostanza, non è mai stata del tutto chiusa. Infatti, seppure il Molise sia una terra ove la tragedia del terremoto sia tristemente nota, quell’evento occorso il 31 ottobre del 2002 colpì molto lo spirito molisano così come quello di tanti altri italiani.

Non a caso, uno dei simboli che destarono così tanto dolore, fu proprio dettato dal crollo a San Giuliano di Puglia della scuola elementare, che causò la morte di una maestra e di ben 27 bambini. In quella triste occasione, a San Giuliano di Puglia, in provincia di Campobasso, restarono uccise anche due donne a causa del crollo delle loro abitazioni. Provvidenti, Castellino del Biferno, Bonefro, Santa Croce di Magliano e Colletorto, furono gli altri comuni che si trovarono ad essere coinvolti nel terremoto del 2002.

Terremoto 2002 – La tragedia della scuola di San Giuliano di Puglia poteva essere evitata

A distanza di così tanto tempo, la ferita aperta alle ore 11:32 del 31 ottobre del 2002 resta ancora aperta. Infatti, seppure San Giuliano di Puglia oggi sia stato ricostruito, tra i suoi residenti, così come per tutti i molisani e gli italiani, resta impresso il fatto che la tragedia della scuola di San Giuliano di Puglia poteva essere evitata. A sostenere ciò non è la solita trita e ritrita politica e tanto meno le mere considerazioni che vengono ad essere effettuate nelle inutili trasmissioni in cui si dibatte di un qualcosa di già avvenuto.

Infatti, la Corte di Cassazione, esattamente il 28 gennaio del 2010, ha condannato definitivamente tanto i costruttori e i progettisti, quanto il tecnico comunale e l’allora sindaco. In pratica, con questa sentenza la Corte di Cassazione ha stabilito che il crollo della scuola di San Giuliano di Puglia, ove perirono una maestra e 27 bambini, poteva essere evitata visto che il tutto fu causato per responsabilità umane.

Certo, grazie alle indagini giudiziarie si potrà sostenere che giusta è fatta, ma, in realtà, tristemente, si deve annotare che, quanto avvenne quel tragico giorno, è il risultato di interessi economici e di meri personalismi, il tutto in barba, ancora una volta, dell’inerme popolazione!

Ma quel che brucia sia alla gente molisana e sia al resto degli italiani è che la classe politica non abbia tratto alcun insegnamento da tutto ciò, così come il fatto che sia rimasta, al di là della solita facciata di circostanza, incredibilmente insensibile che così tante giovani e promettenti vite siano state immolate sull’ara del protagonismo e del mero tornaconto monetario.

Andando a concludere, si potrebbe prendere spunto da un antico detto popolare, ovvero che tira di più una mazzetta che una pariglia di buoi!

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