Burocrazia: quanto può essere infame e disumana?

La burocrazia può essere percepita come infame, disumana, inefficiente, frustrante, e questo proprio a causa della sua complessità, lentezza e rigidità. Ma, quanto sta accadendo ad una farmacista di Canonica d’Adda, comune che si trova in Lombardia in provincia di Bergamo, è, a dir poco, crudele.

Quando la burocrazia richiede una seduta spiritica

Se la vicenda non avesse aspetti così crudeli, si potrebbe ridere. Ma, ahimè, non è possibile. Infatti, anche come riportato da numerosi quotidiani, Anna Avogadro sta vivendo un dramma umano di epiche dimensioni.

A quanto sembra, per disdire un contratto telefonico che era intestato a sua sorella venuta a mancare il 15 novembre del 2022, necessiterebbe la firma della defunta!

La burocrazia è l’inceppamento del buon senso

Che sia italica abitudine il non pagare tasse e via dicendo, è uno stereotipo fin troppo in voga. Ma, credere, pensare o, solamente ipotizzare che si richieda che per poter disdire un contratto telefonico di un utente morto sia necessario la sua firma, è incredibile.

Eppure, a quanto si ha notizia, ad Anna Avogadro per disdire il contratto telefonico di un noto brand che spende ingenti capitali per spot pubblicitari, viene ad essere richiesta la firma della sorella, la quale, purtroppo, non è più di questo mondo.

Per la burocrazia serve richiamare dall’aldilà i defunti

La farmacista di Canonica d’Adda, è impegnata a combattere l’ottusità della burocrazia, oltre che vivere il dramma per la scomparsa della sorella Benedetta, la quale ha lasciato una bimba in tenerissima età.

Anna Avogadro, nonostante il dramma, aveva trovato la forza di chiudere le varie utenze che erano intestate alla sorella precocemente scomparsa, inclusa quella del noto brand telefonico. Per farlo, aveva, tra l’altro, inviato via PEC, non solo la documentazione richiesta ma, anche, il certificato di morte.

Una vicenda senza fine?

Nonostante, quindi, l’invio della documentazione richiesta, il noto operatore telefonico, in modo pedissequo e burocratico, ha continuato ad inviare le fatture e non solo. Infatti, Anna Avogadro ha sottolineato che la compagnia telefonica, per una cifra pari a 163,90 euro, ha passato il caso al recupero crediti!

Nonostante due formali reclami, quindi, si arriva ad un livello di burocrazia incredibilmente folle.

La richiesta della azienda

Anna Avogadro, protagonista suo malgrado di questa infame situazione, poi, rimane letteralmente a bocca aperta, alla richiesta di una operatrice al servizio clienti di questa nota azienda italiana di telecomunicazioni specializzata nella telefonia terrestre e nelle connessioni a banda larga. Infatti, l’operatrice dice sostiene che la richiesta di cessazione doveva essere inviata dall’account email di Benedetta, ovvero della sorella defunta di Anna!

La situazione diventa ancor più frustante

A rendere, poi, tutta la vicenda paradossale è che tanto la nota azienda italiana di telecomunicazioni specializzata nella telefonia terrestre e nelle connessioni a banda larga, quanto la società incaricata del recupero, avrebbero sostenuto, insistendo, che al fine di chiudere il contratto, si rendeva necessario la firma originaria dell’intestataria!

Una ulteriore pugnalata al povero cuore di Anna Avogadro.

Conclusioni

Al 16 di luglio, a quanto pare, la povera Anna Avogadro sta combattendo ancora un impari lotta contro una infame e disumana burocrazia.

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