Coronavirus, i paradossi dell’informazione: una fake news su una inesistente fake news

(La Voce del Sannio – di Marco Baroni, giornalista) Come giornalista, oramai, inscritto all’ordine da svariati anni, fa molto male quando un collega attacca di fatto un altro collega, in special modo quando questo avviene in modo pretestuoso e, per certi versi, anche senza molto coraggio e oltretutto senza fare un chiaro riferimento a chi si riferisca. Ma vediamo, di cosa si sta parlando.

Sul giornale PrimoPiano Molise del 25 febbraio del 2020, si legge il titolo: “Fake news su una bimba arrivata da Lodi con la famiglia: mai ricoverata in ospedale”. All’interno dell’articolo si legge che: “Hanno sentito il dovere di contattarci telefonicamente per rettificare e chiarire notizie allarmistiche su presunti contagi da coronavirus e allo stesso modo per tranquillizzare le persone che vedendoli arrivare si sono allarmate per la loro presenza in loco”. Proseguendo la lettura dell’articolo si precisa che: “Sul giornale online non sono stati fatti nomi e luoghi, però in quel articolo che parla di una bambina di sei anni venuta da Lodi con i genitori ho visto chiaramente che poteva trattarsi di mia figlia, non so se dalla Lombardia in questi giorni è giunta anche qualche altra coppia con una bambina di sei anni”.

Ovviamente, a questo punto sorgono svariati interrogativi

Primo: perché questo noto giornale locale ha dato risalto ad una telefonata a loro pervenuta da parte di chi ha sentito il dovere di contattarli per rettificare e chiarire notizie allarmistiche su presunti contagi da coronavirus e allo stesso modo per tranquillizzare le persone che vedendoli arrivare si sono allarmate per la loro presenza in loco? Infatti, non sono ben chiare le ragioni, visto che ogni giorno vengono ad essere pubblicate notizie in merito alla diffusione del coronavirus.

coronavirus

Oltre a ciò, pur essendo scelte editoriali, è difficile pensare o credere che un qualsiasi giornale possa o debba dare spazio a chi telefona per far pubblicare un qualcosa solamente perché si desidera tranquillizzare le persone che possono essere allarmate della loro presenza in loco! Senza poi dimenticare che si fa riferimento ad un non specificato “giornale online” e, quindi, nulla a che fare con la testata giornalistica che ha dato “voce” a questa telefonata.

Secondo: ancora più misterioso è il fatto che si fa riferimento ad un qualcosa pubblicato su “un giornale online” in cui, come riportato dallo stesso PrimoPiano, non vengono ad essere fatti né nomi e tantomeno luoghi.

Forse, più che intitolare “Fake news su una bimba arrivata da Lodi con la famiglia: mai ricoverata in ospedale”, si è voluto dare uno spazio a un qualcuno per motivazioni non ben chiare.

Il mitico Giulio Andreotti, noto anche per il suo fine umorismo, era solito dire che: “A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”.

In effetti, a pensarci bene, sul sentiero di un così profondo pensiero, sorge spontanea l’idea che l’articolo in questione sia stato formulato più come forma di piacere personale piuttosto che per dovere di cronaca.

Infatti, nessun giornale al mondo pubblica un articolo solamente sulla base che: “Hanno sentito il dovere di contattarci telefonicamente per rettificare e chiarire notizie allarmistiche su presunti contagi da coronavirus e allo stesso modo per tranquillizzare le persone che vedendoli arrivare si sono allarmate per la loro presenza in loco”.

Ma dove starebbe mai la Fake News???

Certamente, ogni giornale è libero di seguire quelle che sono le proprie linee editoriali, pur tuttavia, prima di indicare come Fake news un qualcosa, si dovrebbe incentrare su cosa sia da definire come Fake news.

– Infatti, se come nell’articolo stesso di dice che: “Sul giornale online non sono stati fatti nomi e luoghi”, dov’è la Fake news???

– Allora, sempre più prende vigoria l’ipotesi che l’articolo sia nato più come favore personale nei confronti di chi, non si sa, poi, bene il perché, si sentiva in necessità di “tranquillizzare le persone che vedendoli arrivare si sono allarmate per la loro presenza in loco”. Infatti, visto che come ammesso sullo stesso giornale PrimoPiano non si sa di chi e di dove, dov’è la Fake news???

Excusatio non petita, accusatio manifesta, recitava una locuzione latina di origine medievale che, in chiave più semplice potrebbe diventare: “prima di parlare assicurarsi che il cervello sia collegato”.

Si comprende benissimo che le manie di persecuzione, così come le manie di protagonismo siano parte del comportamento umano, ma il troppo storpia.

Altro aspetto, questo più in chiave giornalistica, è quello riguardante il fatto che, senza alcuna base e alcun fatto, l’articolo sia centrato, con tanto di titolo, sull’aver bollato come Fake news un qualcosa pubblicato su un “giornale online”.

Ora, si comprende tutto, ma prima di marchiare qualcosa e qualcuno in questo modo, forse, sarebbe bene ricordarsi che le circostanze non sono mai come sembrano.

Oltre a ciò, sparare titoli sensazionalistici, senza, poi, alcuna ragione, nei confronti di colleghi non è mai utile, oltre che non essere molto pratico, visto che, oltretutto chi legge non capisce di cosa si stia parlando e, soprattutto, a che cosa in realtà ci si riferisca, visto che: “Sul giornale online non sono stati fatti nomi e luoghi”.

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