Il nascituro Parco Nazionale del Matese, opportunità o oppressione?

Sul nascituro Parco Nazionale del Matese si sta scatenando una sorta di uragano, ma sarebbe un bene o un male?

(La Voce del Sannio – di Marco Baroni, giornalista) – Stranamente, visto la sempre più forte attenzione verso il rispetto ambientale e alla salvaguardia del verde, il nascituro Parco Nazionale del Matese è attraversato da una sorta di uragano. Un tifone che porta a domandarsi se la sua nascita sia una effettiva opportunità oppure debba essere considerata come una ulteriore oppressione.

Roccamandolfi

Indiscutibilmente, al di là delle marce per la salvaguardia della terra, del più o meno senso ambientalistico che anima i diversi spiriti, è da ammettere, e questo in modo molto triste, che nel nostro Bel Paese si sia privi di una qualsiasi basilare forma di educazione a quella che può essere una effettiva sostenibilità ambientale. Difatti, oltre che partecipare, più per apparire oppure per non andare a scuola, alle varie manifestazioni ambientaliste, poco viene fatto nella realtà.

A riprova, basta vedere come, in grande parte dei casi, vengano lasciate le piazze e le vie ove si è preso parte a queste idilliache manifestazioni per la salvaguardia della terra, per combattere lo scioglimento dei ghiacci e via dicendo. Il senso e il sentimento ambientale è, perciò, malinconicamente, una mera e vuota facciata e niente più!

Purtroppo la coerenza non è propria a tutti

Salvo rare eccezioni, tutti gli ecologisti pronti a scendere in piazza per manifestare, poi, nella vita quotidiana, si muovono con le proprie autovetture, vanno in vacanza in posti lontani utilizzando aeri, non si preoccupano dell’acqua consumata per le loro infinite docce e l’elenco potrebbe continuare di molto. La sostenibilità ambientale, quindi, nasce e si sviluppa esclusivamente se alla base vi è una profonda e radicata educazione, cosa che, almeno per quanto riguarda il nostro Paese, è un sentimento che è ancora da sviluppare.

La soluzione del problema, tuttavia, è molto più semplice di quanto si possa pensare o credere. Infatti, basterebbe, molto semplicemente, essere meno falsi e ipocriti. In altre parole si deve decidere quale ruolo si debba avere, quale futuro si vuole dare. Qui, non si tratta di voler fare devastanti profezie né tanto meno annunciare l’arrivo della Apocalisse.

Ma se la creazione di un Parco Nazionale come quello del Matese contribuisce a far insorgere così tante persone, fino al punto di considerarlo una minaccia, una limitazione e quant’altro, ci si deve, logicamente, domandare dove stia andando a finire lo spirito ecologico.

Magari, poi, quelli che sono così pronti a criticare, ad opporsi alla creazione del Parco Nazionale del Matese, sono quelli che spendono diverse centinaia di euro per comprare i pomodori biologici e che vanno in giro a bordo di auto elettriche, oppure appartengono alla schiera di quelli che, magari in maniera fraudolenta, vanno a funghi e a tartufi o, peggio ancora, a caccia!

Che tristezza, vedere che la realtà dei fatti è la solita, ovvero più dell’interesse personale, del mero tornaconto è difficile andare e che, soprattutto, quando si richiede di fare un sacrificio per il bene comune, chissà perché, deve essere sempre qualcun altro a doverlo fare. Misteri gloriosi di questo Bel Paese.

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