Lockdown neve – insorge la Scuola Italiana Sci: “Umiliati dalle Istituzioni”

(La Voce del Sannio – di Fosca Colli) – Una mazzata inaspettata per l’economia della neve. La prima decisione importante assunta da un Ministro del nuovo Governo Draghi è stata quella di rimandare a poche dall’avvio, l’apertura degli impianti sciistici. Ripercussioni immaginabili anche nel Sannio, in primis in località del Molise di Campitello Matese e Capracotta e dell’Abruzzo Roccaraso ed altre sul settore dello sci e sul suo indotto quali strutture ricettive, della ristorazione, baite, caffetterie, personale per alberghi, B&B ecc. ecc. che avevano sperato in una stagione seppure brevissima per ripianare le proprie finanze.

Campitello Matese

Una mazzata inaspettata che colpisce duramente anche chi lavora direttamente sulle piste, quali gli insegnanti di sci per grandi e piccini. A far sentire la sua voce rabbiosa, sconsolata, determinata è l’Associazione Maestri Sci Italiani che ha saputo solo alle ore 19:00 del giorno 14 febbraio 2021, tramite un Comunicato Stampa del Ministero della Sanità che l’apertura prevista degli impianti di risalita precedentemente prevista nelle Regioni nella cosiddetta “zona gialla”, era vietata l’attività agli sciatori amatoriali.

Centinaia di Professionisti della neve legati alla Scuola Italiana Sci si erano attrezzati e organizzati con il massimo rigore – tuona il Presidente AMSI Nazionale Maurizio Bonelli e pronti ad attenersi scrupolo ai Protocolli e Vademecum previsti, investendo risorse in una stagione già di per sé drammatica per il comparto, per essere comunque in pista alla riapertura prevista del 15 febbraio. E, ora, ricevendo questa ennesima battuta d’arresto non ci sono parole per esprimere sgomento, delusione e preoccupazione del mondo dei maestri di sci”.

Una decisione che mette in ginocchio l’economia della neve

La decisione del Ministro delle salute per tempistica e modalità ci lascia esterrefatti! AMSI, l’Associazione Maestri Sci Italiani, si unisce al Collegio Maestri di Sci Italiani nel denunciare la completa mancanza di rispetto delle Istituzioni verso la nostra categoria e al mondo della montagna in generale. – prosegue il Presidente AMSI Nazionale Maurizio Bonelli La modalità e la tempistica di questo nuovo e ulteriore stop alla ripartenza dell’attività dei maestri di sci è un evidente segno di scarsissima attenzione verso 15.000 famiglie che vivono di questa attività e che sono ferme dal 10 marzo del 2020. Come non mai, in questo momento ci sentiamo umiliati nella nostra dignità di persone e di lavoratori professionali ai quali viene vietato il diritto al lavoro e, quindi, al sostentamento delle proprie famiglie da continue promesse rimaste tutte regolarmente disattese: ci sentiamo e siamo presi in giro! Ora ci aspettiamo il giusto e doveroso ristoro dallo Stato perché gli oltre 15.000 maestri di sci italiani, dopo tutto questo ‘tira-molla’ delle nostre istituzioni, rimarranno fermi senza lavoro per quasi 21 mesi, da marzo 2020 a dicembre 2021, se si potrà riprendere nel dicembre prossimo“.

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