Un EcoMuseo per rilanciare il territorio dal Matese a Sant’Elena Sannita

Se ne è parlato presso il Santuario di Castelpetroso

(La Voce del Sannio – articolo di Fosca Colli e Marco Baroni) – Che il Molise sia una regione a rischio spopolamento è cosa risaputa, ma a questo cerca di dare una risposta il progetto per la creazione di un EcoMuseo del Matese/Terre di Spiritualità. Si tratta di un progetto volto a valorizzare e rilanciare un’ampia fetta di territorio che si estende dal Matese fino a Sant’Elena Sannita.

Castelpetroso - Ecomuseo

Vi hanno aderito 17 associazioni e 13 comuni sia della provincia di Campobasso sia di Isernia e sono: Bojano, Campochiaro, Cantalupo del Sannio, Castelpetroso, Colle d’Anchise, Guardiaregia, Macchiagodena, Roccamandolfi, San Massimo, San Polo Matese, Santa Maria del Molise, Sant’Elena Sannita, Spinete.

Se ne è parlato nel corso di un convegno che si è svolto presso il Santuario di Castelpetroso nei giorni scorsi proprio per fare il punto sull’EcoMuseo del Matese/Terre di Spiritualità, un progetto di rigenerazione che è stato delineato idealmente dall’Arcivescovo S.E. Monsignor GianCarlo Bregantini per favorire e promuovere il dialogo tra le differenti realtà creando una vera e propria rete.

I Sindaci intervenuti al convegno sull’EcoMuseo del Matese

Non solo si vuole promuovere questa ampia fetta di territorio, ma si vuole mettere anima e corpo nel proiettarlo verso il prossimo Giubileo, che si terrà nel 2025, il tutto assieme ad altre interessanti iniziative quali l’open school (progetto presentato dall’associazione Officina delle Idee) e il laboratorio cinematografico di Comunità diffuso, mappe tattili (ideate e presentate dall’ realizzate dall’associazione ‘Itria’) che consentono anche a non vedenti di avere una idea chiara – usando le punta delle dita – di quale sia la realtà di un posto, ma anche depliant con QCode che si può inquadrare con il proprio telefonino per sapere tutto su una località o qualcosa di specifico della zona.

Una Mappa leggibile da tutti, anche dai non vedenti grazie al braille

Non si tratta, quindi, di dar vita ad una struttura in muratura che racchiuda quanto il territorio ha da offrire, bensì di un “museo” che non solo non ha pareti, ma che è anche sconfinato vista l’ampiezza dell’area che virtualmente avvolge.

Che cos’è un EcoMuseo, coniato da un museologo francese

Il termine EcoMuseo venne coniato nel 1971 dal museologo Georges Henri Riviére, che lo descrive quale museo del tempo e dello spazio in uno specifico territorio dove sostare e camminare; si tratta di una istituzione che vuole studiare, conservare, valorizzare e presentare la memoria collettiva propria di una comunità e del territorio dove questa si trova.

Un depliant leggibile da tutti con ampie informazioni grazie al QCode e anche dai non vedenti grazie al braille

EcoMuseo è un neologismo con il quale Georges Henri Riviére intendeva riferirsi ad un museo dedicato al territorio nel suo complesso: un qualcosa che rappresenta quel che è un territorio e ciò che sono i suoi abitanti, a partire dalla cultura delle persone, dall’ambiente in cui vivono, da quel che hanno ereditato dal passato, da ciò che amano e che vogliono con tutto il cuore mostrate ai loro ospiti sia trasmettere ai loro figli.

EcoMuseo, una ricchezza per il Molise dell’area matesina e limitrofa

I borghi coinvolti nell’EcoMuseo del Matese sono tutti più o meno piccoli, sono tutti accumunati dal forte desiderio di “farcela”, ossia quello di attivarsi a tutto campo per far sì che la popolazione locale non si trovi costretta emigrare verso altre regioni o grandi città dove ci sono più opportunità di vita e lavorative.

Sul Sagrato prima di una breve processione che ha preceduto la Messa e poi il convegno sull’EcoMuseo del Matese

Insomma, si vuole far sì che la potenziale e innata ricchezza di storia, natura, tranquillità, spiritualità dei borghi non solo vengano meglio conosciuti al di là dei confini regionali, ma che siano volano per un risorgimento del Terzo Millennio per far scorrere in loco una linfa vitale grazie al turismo.

Ma non un turismo “mordi e fuggi”, non un turismo di massa, non un turismo che vorrebbe che i paesini vengano “clonati” a mo’ di mini centri cittadini che ne cancelli la pace.

La vera ricchezza – ha sottolineato Mario Ialenti, direttore regionale della pastorale del turismo della Conferenza episcopale Abruzzo e Molise, ha sottolineato nel corso del convegno che si è svolto presso il Santuario di Castelpetroso sta proprio nell’unicità di questi borghi e nel senso di spiritualità e di comunità che li caratterizza. Un patrimonio da non perdere assolutamente.

La Messa prima del convegno sull’EcoMuseo del Matese

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