Il coronavirus e la perdita totale di lucidità

La nuova autocertificazione desta molte perplessità: pena l’arresto, ci si deve dichiarare “non positivo” con una diagnosi fai da te

coronavirus, covid-19

(La Voce del Sannio) Il coronavirus e la perdita totale di lucidità. Ora, se ci si ritrova a bordo di una nave in mezzo alla tempesta e il capitano, ovvero colui il quale ha sulle proprie spalle tutta la responsabilità, oltre che il potere decisionale, di far sì di uscire, nella migliore maniera, da quella difficile situazione, perde la sua lucidità e incomincia a dare ordini confusi e contraddittori, di sicuro, le speranze di salvarsi si riducono in maniera drastica e drammatica!

Ora, da tutto quello che si sta quotidianamente assistendo e ascoltando, senza voler essere né catastrofisti oppure puntigliosi, è evidente che chi ha il compito di comandare stia, non solo perdendo la necessaria lucidità, ma sia in preda a molta confusione, al punto che, anche il cosiddetto semplice buon senso, sia stato immolato sull’ara del coronavirus. Se la situazione non fosse così grave con oltre 2.500 morti, nel terremoto di Amatrice si registrarono 300 vittime, nel leggere quanto viene ad essere richiesto nella nuova autodichiarazione presente sul sito del Viminale e da utilizzare per uscire da casa, ci sarebbe da ridere.

sciacalli, coronavirus

La nuova autocertificazione desta molte perplessità

Infatti, è stata aggiunta la nota nella quale si dichiara di non essere in quarantena né positivo. Ora, se per quanto riguarda lo stato di quarantena non vi sono dubbio, molto più complesso, date, poi, le ripercussioni legali, il poter dichiarare di non essere positivo, visto che, fino a prova contraria, nessun ente preposto e autorizzato a tale fine, ha provveduto a fornire all’interessato tale risultanza. In altre parole, sembra che ognuno di noi sia in grado di poter stabilire, tanto da un punto di vista sanitario quanto giuridico, di non essere positivo al coronavirus!

Ora, tutto va bene per arginare la diffusione, pur tuttavia, un comandante in capo non può esimersi dal controllare certi aspetti, in special modo quando la situazione è incredibilmente drammatica e pericolosa.

Ma, la perdita di lucidità e di buon senso, ahimè, sembra non avere fine. Infatti, come al solito, la maggioranza deve subire per colpa di una minoranza. In altre parole, il comandante in capo, alla stregua del povero commerciante che stufo di essere truffato si è trovato ad affiggere in negozio il cartello nel quale è scritto: “Per colpa di qualcuno, non si fa più credito a nessuno”, pare comportarsi nella stessa maniera. Ora, se si vuole effettivamente comandare, si deve essere in grado, non di sparare a casaccio nel mucchio nella speranza di colpire qualcosa, ma di andare direttamente a colpire chi si rende colpevole.

C’è chi se ne “lava le mani” per non assumersi responsabilità sul coronavirus

Ma non è tutto. Infatti, ad onor del vero, il comandante in capo è, anche, circondato da inetti e stupidi lecca piedi. Di fatti, se un giudice nel sentenziare applica il codice andando, anche, ad interpretare quanto riporta la Legge, nella catena comando relativa alle disposizioni anti coronavirus, nessuno si è assunto la dovuta responsabilità di rendere mutabile quanto previsto.

Ci spieghiamo meglio. È ovvio che chi governa guarda il problema nel suo complesso e trova possibili soluzioni in un contesto che è ampio. Ma poi, sono i singoli che debbono aiutare a far sì che la visione globale possa trovare applicazioni sulla base locale.

…e ci si dimentica dei piccoli borghi

Per esempio, il Molise è una regione in cui vi sono una infinità di borghi che sono scarsamente abitati, molti dei quali sono privi, ad esempio, di farmacia, di edicole, oltre che non avere negozi alimentari in grado di supportare, nel complesso le varie singole esigenze. Infatti, in molti di questi paesi vi sono alimentari con poche cose a prezzi elevati e non vi sono, per esempio, macellerie. Allora, come risolvere questo problema?

Chi è proposto, aspetta di essere imboccato da chi comanda, chi comanda, logicamente, non ha il tempo di poter entrare in questi meandri e, alla fine, chi ne paga le conseguenze, sono, come al solito, i cittadini. Infine, vi è da dire che anche la grande distribuzione alimentare ha letteralmente dimostrato di non aver alcun comando centrale in grado di dare delle direttive chiare e uniche, lasciando, in pratica la palla della decisione ad ogni singolo direttore.

coronavirus

Il risultato? Semplice: medesimo supermercato ad Isernia e a Bojano, due differenti e contrastanti modalità. Infatti se ad Isernia i supermercati presenti si sono organizzati per impedire confusione e pericolosi assembramenti, permettendo alla clientela di fare gli ordini per la spesa settimanale da ritirare in base ad una chiamata telefonica, un supermercato appartenente alla medesima catena a Bojano, ha scelto di dare l’onere organizzativo per far entrare la clientela ad un signore, privo di alcun elemento identifico, oltre che di capacità e di educazione. Tutto è lasciato all’improvvisazione. Incredibile, ma vero!

Per l’invio dei comunicati stampa al sito cliccare >>QUI<<

www.stenos.it – L’informazione nazionale a portata di clic