Imu, sta per cambiare: anche nel Sannio sarà pesantissima per gli edifici fatiscenti

(La Voce del Sannio – di Fosca Colli) – Ci sono dei cambiamenti e degli aumenti in vista per l’Imu, la tassa sugli immobili. Un provvedimento che avrà delle ricadute anche su tantissimi borghi e città del Sannio dove non è raro imbattersi in case abbandonate e fatte andare giù fino al crollo del tetto; un espediente attuato da molti per evitare di dover pagare l’Imu o quanto meno doverla pagare per intero. Infatti, sta per essere cancellato il Decreto Legislativo del 2011 secondo il quale la base imponibile Imu è ridotta della metà per gli edifici dichiarati inabitabili o inagibili e di fatto non usati.

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Casa in abbandono? L’IMU sarà alle stelle se non si ristruttura!

Perché tutto sta per cambiare e per i “furbetti dell’IMU” si profilano tempi duri?

In questi giorni si è avuto il via libera da parte del Senato è il “Disegno di Legge per la Rigenerazione Urbana“. Un provvedimento dovrebbe avere una notevole ricaduta sulle tasse locali, a cominciare dall’IMU.

L’obiettivo di questo Disegno di Legge è quello eliminare o, perlomeno, diminuire drasticamente il numero di edifici fatiscenti. Un obiettivo che si vuole raggiungere con una duplice strategia: favorire la ristrutturazione degli edifici grazie alla riduzione di le tasse e dissuadere i proprietari dal farli finire in degrado aumentando l’Imu.

Da una parte, quindi, sarà possibile rimettere in sesto gli immobili ormai disabitati e diventati preda del degrado, dando così un volto nuovo ai borghi così come alle città. Spetterà ai Comuni lo stabilire quali proprietà saranno da agevolare e quali no.

Sarà effettuato un monitoraggio del territorio al fine d’identificare le situazioni di degrado urbano, ambientale così come sociale.

Successivamente, il Consiglio comunale deciderà sugli interventi da porre in essere e sui relativi vantaggi, prevedendo una esenzione, se si sarà virtuosi, dal pagamento di Imu, Tasi e Tari oppure, se non si sarà virtuosi, un inasprimento dei tributi locali. Inoltre, gli enti locali avranno mano libera nel decidere autonomamente su una possibile riduzione della Tosap, la tassa sull’occupazione del suolo pubblico.

Ci sarà una riduzione del 10% sugli oneri di costruzione nonché un pagamento forfettario di euro 600 comprensivo di tasse di registrazione, ipoteca e catastali. Pertanto di euro 200 per ciascuna.

Tempi duri per i “furbetti dell’IMU”

E fin qui abbiamo visto il lato positivo del Disegno di Legge appena approvato dal Senato.

Il punto negativo è inerente la parte per “scoraggiare” dal lasciare qualsiasi edificio inutilizzato o degradato. Il provvedimento che sta per arrivare lascia ai Comuni il diritto di aumentare l’Imu su tali immobili, in particolare su quelli rimasti disabitati o che sono rimasti lì incompiuti da oltre 5 anni. Come dire: o lo ristrutturi oppure paghi di più. Un aumento che, comunque, potrebbe avvenire gradualmente.

Non solo: per rendere gli edifici ancora meno convenienti al loro destino, le Regioni avranno anche la possibilità di aumentare l’aliquota relativa dell’imposta aggiuntiva sul reddito personale dello 0,2%.

Questo Disegno di Legge, quindi, come ricordato all’inizio di questo articolo, andrebbe a modificare il Decreto Legislativo del 2011 in base al quale la base imponibile Imu è ridotta della metà per gli edifici dichiarati inabitabili o inagibili e di fatto non usati, limitatamente al periodo dell’anno in cui esiste questa condizione.

Con una ordinanza emessa di recente, la Cassazione aveva confermato uno sconto del 50% sull’Imu per tale tipo di immobili su presentazione da parte del proprietario di una autocertificazione alternativa a quella che doveva essere la perizia da parte del Comune sullo stato dell’edificio. Al riguardo, la Corte Suprema rimarca che “il rapporto tra enti impositori e contribuenti si basa sul principio della collaborazione e della buona fede”, così come previsto dallo Statuto del Contribuente. Insomma, per dirla parafrasando un noto detto: “furbetto (dell’Imu) avvisato, meno tartassato!“.

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