Reddito di Cittadinanza, fase 2: è ora obbligatorio lavorare per il Comune

I membri della famiglia che usufruiscono del reddito di cittadinanza dovranno svolgere gratis lavori per i Municipi dove risiedono. Saranno coinvolti in progetti di pubblica utilità e dovranno svolgere tali attività per non meno di 8 ore a settimana

(La Voce del Sannio) – Scatta un nuovo obbligo per chi beneficia del reddito di cittadinanza: i membri della famiglia che usufruiscono del reddito di cittadinanza dovranno svolgere lavori per i Municipi dove risiedono. Saranno coinvolti in progetti di pubblica utilità e dovranno svolgere tali attività per non meno di 8 ore a settimana e per un massimo di 16 ore settimanali.

Reddito di Cittadinanza

Questa l’importante novità – peraltro annunciata già da tempo – con la quale deve ora fare i conti chi riceve il sussidio, piccolo o grande che sia. Questi beneficiari sono per Legge obbligati a svolgere lavori di pubblica utilità all’interno dei PUC ossia dei Progetti Utili alla Collettività: questo lo stabilisce non solo il Decreto 4/2019, ma anche dal Decreto attuativo pubblicato lo scorso 8 gennaio 2020 sulla Gazzetta Ufficiale dopo un accordo intercorso tra Ministero del Lavoro e Comuni.

I PUC comprendono progetti in ambito sociale, artistico, culturale, ambientale, formativo e anche di tutela dei beni comuni; quindi non solo cura del verde, pulizia di strade, ecc. ma anche qualcosa di utile per un sollevamento sociale della realtà comunale in cui si risiede. “I PUC – si legge sulla Gazzetta – non rappresentano un rapporto di lavoro e pertanto i lavori di pubblica utilità non sono da considerarsi prestazioni di lavoro autonomo, subordinato o parasubordinato”.

Reddito di Cittadinanza, si lavora dalle 8 alle 16 ore per il Municipio

Per chi beneficia del reddito di cittadinanza, quindi, non è previsto un compenso aggiuntivo, trattandosi di attività non retribuite. Inoltre i beneficiari non possono essere usati per sostituire del personale regolarmente impiegato dal Municipio: queste persone possono dare solamente un supporto, ma non possono svolgere un incarico proprio degli operatori che già ci sono.

Il prestare la propria opera e, quindi, imprescindibile e tutti in famiglia sono i diretti interessati: se uno dei componenti del nucleo familiare, infatti, non aderisse a questi progetti, il sussidio si viene a perdere.

Se per un qualche motivo non sui possano svolgere(ad esempio per un malanno) tra le 8 e le 16 ore settimanali obbligatorie, vi è sempre la possibilità di poterle recuperare. Spetta ai Comuni il compito di predisporre un Registro di chi prende parte ai PUC, su cui annotare le presenze giornaliere, l’ora di inizio e l’ora di fine delle attività.

Comunque sia, c’è una piccola parte di beneficiari che sono esenti da quest’obbligo che sono gli occupati che hanno un reddito da lavoro dipendente superiore a 8.145 euro o con un reddito da autonomo superiore a 4,800 euro. Nessun obbligo neanche per gli studenti, i beneficiari della pensione di cittadinanza, gli over 65, le persone con disabilità e chi, in famiglia, si prende cura di bambini o disabili.   

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