Sportello dei Diritti: cinghiali infetti, in Molise è allarme trichinosi

(La Voce del Sannio) – Scatta l’allarme per il riaffiorare dopo 30 anni della trichinosi (detta anche trichinellosi), pericolosa malattia che infetta i cinghiali ed è trasmissibile anche all’uomo. A far risuonare la campana è lo Sportello dei Diritti, presieduto da Giovanni D’Agata, raccomanda a tutti i consumatori di acquistare carni e salumi di provenienza certificata e con i dovuti controlli sanitari.

cinghiali

Diversi casi di trichinosi sarebbero stati riscontrati sui cinghiali abbattuti oltre che nel Lazio e in Sardegna anche in Molise. Casi che fanno ben comprendere ai cacciatori e ai consumatori di carne proveniente dai cinghiali l’importanza dei controlli e della prevenzione. Pertanto, vista la rapida diffusione in diverse regioni italiane, è necessario che tutti i cinghiali abbattuti vengano sottoposti ad analisi, ponendo la massima attenzione nella fase di eviscerazione e prelievo dei campioni da analizzare.

A rilevare quello che sta accadendo, si legge in una nota  dello dello “Sportello dei Diritti”, gli Istituti zooprofilattici di Lazio, Molise, Sardegna e Toscana a seguito dei prelievi dei veterinari delle Asl dei comprensori citati. Una prassi virtuosa che consente di avere il polso della situazione territoriale e di prevenire eventuali pandemie.

Perché la trichinosi dei cinghiali è pericolosissima per l’uomo

Il rischio è che la selvaggina catturata potrebbe essere consumata al livello domestico oppure venduta a ristoranti e macellerie per la preparazione di pietanze tipiche locali.

La Trichinellosi è una zoonosi parassitaria del genere Trichinella. Presente in tutti i continenti tranne che nell’Antartico, è stata segnalata in più di 100 specie di mammiferi, 13 specie di uccelli, 3 specie di rettili e colpisce oltre 2.500 persone all’anno. L’infezione, come noto, può essere trasmessa sia ad altri esemplari che all’uomo il quale, poco dopo l’ingerimento del pezzo di carne contaminata, sviluppa sintomi quali diarrea, febbre, cefalea e malessere.

Il periodo invernale rappresenta il momento di maggior rischio di infezione per l’uomo poiché in questa stagione, tradizionalmente, molte famiglie macellano il maiale per preparare prosciutti, salsicce, guanciali, pancetta e altri derivati.

Per rendere innocua la carne infetta, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è necessaria la cottura a temperature superiori ai 70°: particolare che espone a seri rischi salsicce e affettati.